Bontà di mare e...di Venere. Le cozze

C’è tutto il profumo del mare di Ischia in un piatto di cozze. Quei frutti di mare neri, neri che racchiudono un frutto oscenamente colorato, arancio forte, hanno un sapore che non dimenticherete facilmente. Sanno di alghe e di profondità marine, sanno di reti di pescatori, di sale, di vento. Si, tutto questo racchiuso in una umile e semplice cozza. E se sono più di una: allora sauté!

Molte testimonianze certe ci dicono come le cozze fossero un alimento gradito e molto comune in larga parte dell'Italia meridionale già nel '700. A Napoli e nelle isole del golfo le cozze sono da sempre presenti in cucina. La loro origine sembrerebbe essere remota: sono infatti raffigurate nelle più antiche monete di Cuma, le dracme calcidiesi del VI-V secolo a. C.

Proprio lei, la cozza, era il simbolo della più antica colonia della Magna Graecia: tanto da essere raffigurata su almeno una delle facce, in tutti i tipi di moneta. Buonissime da gustare in innumerevoli modi le cozze sono le regine della cucina di mare ischitana. Sull’isola vengono preparate con la pasta, le linguine alle cozze, al gratin, ripiene, alla marinara. Ma i puristi della cozza la preferiscono semplicemente impepate, sautè.

Il top è in un ristorante sul mare con un buon bicchiere di bianco, del pane abbrustolito, l’impepata di cozze vi riconcilierà con il mondo. E attenzione, per non rischiare il ridicolo l’impepata di cozze va mangiata manualmente. Si afferra delicatamente una cozza tra le dita, si spruzza un po’ di limone e si risucchia garbatamente il frutto con le labbra. Ah dimenticavo! Come tutti i frutti di mare la cozza è altamente afrodisiaca.

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