Melodramma postbellico: “Il Mulatto”

Il film "Il Mulatto" venne girato ad Ischia da Francesco De Robertis. Era il dopoguerra e il tema dei figli nati da soldati americani e donne italiane era di grande attualità, soprattutto nel Sud Italia - si pensi alla canzone napoletana Tamburriarta Nera - ma nel film "Il Mulatto", la diversità si tinge di accenti melò.

Il Mulatto (1949) Angelo

Diretto da Francesco De Robertis

Attori: Umberto Spadaro - Renato Baldini - Angelo Maggio

Figlio di una donna, violentata da un soldato afro-americano e morta di parto, il piccolo Angelo (A. Maggio), nero dai riccioli biondi, sta per essere ripudiato da Matteo (R. Baldini), marito della donna, suonatore ambulante finito in carcere per furto, che presto gli si affeziona con paterna tenerezza. Quando, però, si presenta un nero, fratello del soldato violentatore che è morto in guerra, Matteo comprende che, a causa del colore della sua pelle, il piccolo si troverebbe meglio negli Stati Uniti che in Italia. Con le lacrime agli occhi, lo lascia partire. Scritto dal regista, è un tipico melodramma postbellico che non manca di qualità: il tema della diversità razziale è esposto con accenti di commovente autenticità e funzionale risulta la colonna musicale dove le canzoni napoletane si alternano al blues e al jazz. Il piccolo A. Maggio era un vero mulatto, prima ripudiato e poi adottato dall'attore napoletano Dante Maggio.

(dal Dizionario dei Film Morandini)

Al film presero parte molte comparse locali e qualcuno ebbe anche una piccola parte.

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