L'isola di Ischia nell'Ottocento nelle foto di Giorgio Sommer

Il fascino dell'isola di Ischia, com'era centinaia di anni fa, quando la terra ischitana si presentava ancora molto selvaggia, misteriosa e poco, o nulla, abitata. Le cartoline d'epoca aiutano a ricostruire l'antico volto di Ischia. L'isola di Ischia finì subito negli obbiettivi dei primi fotografi, attratti dalle sue grandi bellezze paesaggistiche. Fotografi che restavano ancora più ammaliati quando erano d'oltralpe, come Giorgio Sommer, il fotografo tedesco innamorato di Ischia.

Giorgio Sommer fu un fotografo tedesco che nella metà dell’Ottocento scelse la bella Italia come sua patria elettiva.

Dal suo studio napoletano questo artista della fotografia spesso e volentieri compiva incursioni sulla bella isola di Ischia e fotografava i luoghi più ameni ed i simboli dell’isola di Ischia, primo tra tutti il Castello Aragonese. Se si ha la fortuna di spulciare vecchie immagini d’epoca dell’isola di Ischia ci si imbatte in un mondo romantico a cui la patina del tempo di una fotografia o cartolina conferisce ancora più fascino. Tra i primi fotografi ad interessarsi dell’isola di Ischia ci fu il tedesco Giorgio Sommer.

Oggi di lui ci resta un grande catalogo dedicato alle bellezze della Campania, tra cui c’è anche l’isola di Ischia. Giorgio Sommer era nato a Francoforte sul Meno, nel 1834. Dopo gli studi commerciali si dedicò completamente alla fotografia, divenendo uno dei più famosi e prolifici fotografi del XIX secolo.

Lavorò dapprima in Svizzera, ove produsse immagini in rilievo di montagne per il governo elvetico. Nel 1856 trasferì i suoi affari a Napoli e successivamente (1866) formò un sodalizio con il fotografo tedesco Edmund Behles (noto anche come Edmondo Behles) che possedeva uno studio a Roma. Operando dai rispettivi studi a Napoli e a Roma, Sommer e Behles divennero i più prolifici produttori di fotografie in Italia. Il suo catalogo includeva immagini dai Musei Vaticani, dal Museo archeologico nazionale di Napoli, le rovine romane a Pompei, ma anche strade ed architetture di Napoli, Firenze, Roma, Capri e Sicilia.

Le più notevoli fra tutte sono quelle da lui pubblicate nell’album Dintorni di Napoli, che conteneva più di un migliaio di immagini di architetture e “scene di vita quotidiana” a Napoli. Le "scene di vita quotidiana" erano, in realtà, ricostruite in studio, essendo all’epoca impossibile, per i tempi d’esposizione, riprendere soggetti in movimento; esse sono spesso macchiate da un vieto folklore.

Nel 1872, documentò l’eruzione del Vesuvio in una serie di affascinanti fotografie. Sommer e Behles parteciparono a numerose esposizioni vincendo innumerevoli premi e riconoscimenti per la loro opera (Londra 1862, Parigi 1867, Vienna 1873, Norimberga 1885). Infine, Sommer fu nominato fotografo ufficiale di Re Vittorio Emanuele II d’Italia.

Oltre alle fotografie, Sommer produsse stereografie, illustrazioni per libri, biglietti da visita. Grazie allo straordinario successo riscontrato, aprì nuovi studi a Napoli: oltre quello in Via Chiaia 168, due a Via Monte di Dio e uno in Piazza della Vittoria. Si spense a Napoli nel 1914.

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