Ischia a pezzetti... di stoffa. Vincenzo Funiciello

«Era il 1942. Allora mi trovavo in Germania, e mi ricordo che un sabato andai a trovare un sarto mio amico. Appena entrai nella sartoria vidi il ragazzo delle pulizie che stava scopando dei rimasugli di stoffa. Ebbi quasi una visione, guardandoli: quei pezzettini di stoffa multicolori davano un meraviglioso effetto pittorico. Li raccolsi, me li portai a casa e li distribuii sul pavimento di legno. Quello fu il mio primo collage. Avevo inventato il collage con la stoffa»

Il segno distintivo dell’arte di Funiciello è un vivacissimo ed espressivo splendore dei colori nei suoi dipinti, attraverso il quale egli è capace di trasformare i semplici motivi in tratti graziosi ed indimenticabili.

A questo si aggiunge un armonico accordo di colori chiari e scuri, un affascinante contrasto tra la delicata trasparenza del cielo ed il pesante e forte tratto di spatola usato per dipingere le rocce e i muri. In modo assolutamente speciale il pittore dimostra la sua arte nei quadretti piccoli dove egli in uno spazio ristretto fa nascere un mondo piccolo vivo e pieno stabilendo nello stesso tempo una convincente illusione di spaziosità. Funiciello è appena all’inizio della sua carriera e già si è guadagnato il titolo di "maestro".

Gli è toccata una rara fortuna, quella di essere riconosciuto precocemente come artista ed aver sentito l’eco entusiasta della sua arte, nonostante egli conduca una vita ritirata. Insensibile alle lodi ed al successo l’artista persiste instancabilmenle nello studio di antichi maestri e della sua grande insegnante la natura. Egli è ugualmente bravo in ogni tecnica pittorica, sia l’olio che l’acquarello, il pastello oppure l’inchiostro di china da lui adoperato per le sue espressive opere in bianco e nero.

Soprattutto egli dimostra un’identica padronanza della materia. La prqfonda coscienza della sicurezza tecnica, la piena padronanza della tavolozza, la ricchezza dei colori, la raffinatezza del disegno e dello svolgimento sono le caratteristiche dei suoi dipinti di mari, rocce e paesaggi. I più belli sono infatti i suoi scogli abbozzati con vigorosi tratti di spatola, il che gli ha portato il soprannonic di "mago della roccia". L’arte per lui significa impegno.

Dipingere non è una semplice imitazione della natura. Dipingendo mette in evidenza non soltanto l’aspetto esterno delle cose ma la loro sostanza. Ed ecco che Funiciello come nessun altro ha percepito la voce della sua terra natale. In contrapposizione con la vicina isola di Capri con la sua internazionale società di ospiti, Ischia è ancora un angolo di terra dalla natura genuina ed incontaminata.

Prima che anche essa venga corrotta dall’inesorabile progresso, è necessario fissare la bellezza essenziale e primitiva di questo angolo di terra una volta consacrato ai riti di Mitra: le misteriose grotte, le rocce imponenti, i blocchi di lava rappresa, il cratere vulcanico del porto di Ischia, le maestose corone dei pini, il gioco di luce e di ombra delle piante inondate dal sole e dei gerani rossi selvaggiamente lussureggianti, la spiaggia con le sue barche, le modeste abitazioni dei pescatori, i tramonti del sole che cambiano il mare in madreperla, le acque dalle quali si innalza il castello di Vittoria Colonna, il castello dei sogni, e le dolci e malinconiche stradine deserte e l’armonia di numerose vele, le barche ancorate nel porto, tutta la vita di questa isola ancora un po’ primitiva nel verde dei suoi boschi e vigneti. Funiciello si cala dentro la sostanza di queste cose con un affettuoso raccoglimento, le rappresenta con maestria e ci fa aprire gli occhi alle bellezze che si celano negli angoli più modesti di questo paese"

Leggi anche: