Angelo Rizzoli, l'uomo che inventò il turismo ad Ischia

Sbarcò a Ischia dal panfilo "Sereno" quell'ometto ben vestito che non si separava mai dalla sua epica sigaretta. E da allora Lacco Ameno non fu più la stessa. Se oggi questo angolo di paradiso è un polo per il turismo termale rinomato in tutto il mondo, lo deve essenzialmente a lui, Angelo Rizzoli, per tutti "il commenda".Lacco Ameno è un tappeto di ville e palazzine dai colori sfumati che dalle verdi colline del monte Vico declinano fino al mare. Sullo sfondo l'isolotto del Fungo è un ciuffo di roccia che calamita lo sguardo. Facendo due passi per il lungomare, il passaggio dall'asfalto al basolato segnala la vicina piazza Santa Restituta

Angelo Rizzoli con una giovanissima Oriana Fallaci

Un luogo-simbolo, crocevia tra presente e passato. Qui si erge Villa Arbusto, qui gli alberghi Regina Isabella e la Reginella riportano alla memoria i tempi della "dolce vita", qui il ventre della chiesa di Santa Restituta custodisce i resti della colonia greca di Pithecusae (VIII a.C.) e dei successivi insediamenti. E sempre qui c'è quel busto di bronzo, posto a ricordo di Angelo Rizzoli, il “demiurgo” del luogo. È l'ingegnere Giancarlo Carriero, attuale patron dell’hotel più famoso dell’isola di Ischia, il grande albergo "Regina Isabella", a spiegarci come l'imprenditore milanese riuscì a imprimere una svolta epocale alla vita del posto.

Erano gli anni ‘50

Rizzoli, stimato imprenditore nel campo dell'editoria e del cinema, unì le sue sorti a quelle di Lacco Ameno grazie al medico Piero Malcovati, che gli chiese di finanziare i lavori di ammodernamento delle terme. "Questo non è un buon affare" tuonò il commenda, ma poi soggiunse: "Ischia è selvaggia: per questo è stupenda". E accettò la sfida. Il miracolo di Lacco Ameno stava per compiersi, ma la strada non fu subito in discesa.

Al suo arrivo Rizzoli trovò nient'altro che un paese di pescatori e agricoltori.

E un sindaco, Vincenzo Mennella, che, almeno sulle prime, non fu propriamente solidale con il suo progetto. Salvo poi concedergli tutto il suo appoggio e insignirlo della cittadinanza onoraria. Rizzoli si stabilì a Villa Arbusto, residenza fatta costruire nel 1785 dal duca di Acquaviva, conferì l'attuale volto alla piazza, suggellandone l'inaugurazione con una storica partita di calcio tra il Milan, di cui era il presidente, e la squadra di Lacco Ameno.

Diede vita sull'isola di Ischia al cinema “Reginella’, ammodernò le terme in piazzetta Santa Restituta e ad esse affiancò il grand Hotel  "Regina Isabella", un albergo dall'impronta inconfondibile che sorse in riva al mare, al centro di una tranquilla baia, tra gli scogli e il verde della pineta mediterranea. La struttura fu arredata in modo lussuoso - di gran pregio, in particolare, i pavimenti di ceramica vietrese dipinta a mano - e dotata di tutti i comfort dell'epoca. Non mancavano piscina, piano bar, un ottimo ristorante e, naturalmente, le terme contraddistinte da soluzioni tecnologiche all'avanguardia per quei tempi.
Grazie all'impulso di Angelo Rizzoli, sull'isola di Ischia e a Lacco Ameno in particolare nacquero altri complessi ricettivi di prestigio come l'hotel Villa Svizzera, l'albergo Villa Manz, l'hotel Il Fungo.

Ischia conobbe il dolce sapore della celebrità e, in quanto a blasone, cominciò a rivaleggiare con Capri.

I giornali di Rizzoli e la sua casa di produzione cinematografica, la Cineriz, fecero da cassa di risonanza ai benefici delle acque termali e ai gossip dell'isola verde. Per "Villa Arbusto" passarono ministri, intellettuali, industriali, personaggi dello spettacolo e stuoli di splendide donne.

Anche il cinema “Reginella” contribuì alla nuova stagione di crescita sociale ed economica. Vi si tennero diverse prime cinematografiche di livello internazionale, su tutte “Un re a New York” di Charlie Chaplin (1957). In quella occasione Rizzoli donò a un commosso Chaplin un prezioso organetto del '700, che aveva acquistato da "El Prado", un negozio di antiquariato in piazza Santa Restituta. Proprio dove il piano bar de "'O Pignattiello" - che ora ha lasciato spazio alle piscine del "Reginella" - diventò la meta preferita delle serate a briglia sciolta dei vip in vacanza sull'isola, mentre il "Regina Isabella" era la loro residenza d'elezione.

Per l'albergo lacchese furono tempi memorabili. Walter Chiari era un cliente abituale e un giorno - per rifarsi scherzosamente di una battuta del commenda sul suo ultimo flirt, con Ava Gardner - gli servì la colazione a letto con tanto di giacca bianca da cameriere. La stessa di cui Tony Renis si servì per bussare alla porta di ignare prede femminili col pretesto della cena in camera.

Anche Richard Burton e Elisabeth Taylor soggiornarono nel 1962 al Regina Isabella in occasione delle riprese del kolossal Cleopatra. La coppia portava avanti un rapporto a dir poco turbolento. Un giorno dei vestiti furono raccolti dai pescatori della zona in un'insenatura nei pressi dell'albergo. Erano di Richard. Nella notte, la focosa Liz l'aveva sfrattato, buttandogli ad uno ad uno in mare gli indumenti. Amori ai ferri corti, ma anche amori agli albori.

A Lacco Ameno, il celebre cardiochirurgo e rubacuori sudafricano Christian Barnard - reduce dal primo trapianto di cuore su un essere umano e, neanche a dirlo, dall'ultimo divorzio - conobbe una delle sue future mogli. Se negli anni '50 e '60 Lacco Ameno fu investita da un'oceanica ondata di trionfi, il merito è da ascrivere senza alcun dubbio al genio di Rizzoli. Un uomo che, anche nel successo, non dimenticò le sue umili origini, mai rinnegando le pene di un infanzia vissuta in orfanotrofio e scandita dalla miseria. Nel percorso verso Villa Arbusto salutava i meno abbienti con una stretta di mano da diecimila lire. La voce si sparse a macchia d'olio e così, seccato dall'insistenza degli mendicanti, il commenda prese l'abitudine di dare centomila lire al mese al parroco del paese perché le distribuisse ai più indigenti. Un episodio eclatante fu quando staccò un assegno da un milione di lire per regalare almeno una speranza di guarigione a un malato di tubercolosi. Senza contare che nel 1962 fu lui a fondare, intitolandolo alla moglie, l’Anna Rizzoli, primo e ad oggi unico ospedale dell'isola. Angelo Rizzoli morì il 24 settembre 1970. Un museo a Villa Arbusto, il corso di Lacco Ameno a lui intitolato, un Premio cinematografico e un busto bronzeo in piazza Santa Restituta mantengono viva la fiamma del ricordo.

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