L'architettura sussurrata delle chiese dell'isola d'Ischia
Non vi rapiranno con un turbinio di stucchi dorati, soffitti a cassettoni in legno prezioso, accensioni argentee e fasti rutilanti, le chiese dell’isola, come spesso le chiese di paese, hanno tutt’altro fascino. Odorano forse più di mare che di incenso e parlano di preghiere silenziose nella penombra un po’ umida di un pilastro passato a calce
Mille miglia lontane dalla necessità di propaganda della chiesa romana e dai messaggi “per via di immagini ed architettura” che il papato lanciava a fedeli ed infedeli, tanto distanti dal fasto e dagli effetti speciali dei trionfi barocchi, così come dal monito severo controriformista o dallo slancio verticalistico del gotico, le chiese di Ischia nascono unicamente dall’esigenza della gente di mare di ricavare un luogo dove pregare Dio, la Madonna, i santi e rendere loro grazie per grazia ricevuta. Un luogo sacro, intimo, dove trovare conforto alla vita dura dei campi, alla notti trascorse a pescare nel mare, lontano da casa, un luogo dove invocare la protezione per i naviganti. E’ anche per questo che spesso le chiese di Ischia si trovano nei luoghi più insoliti, più impensati: in cima ad una vetta, alla vetta più alta, in un vicolo, su un altura a strapiombo sul mare. Bianche per lo più, candide direi, spesso rotondeggianti, a volte adornate da maioliche di rara bellezza, hanno forme così armonizzanti con la natura che le circonda da sembrare parte di esse. Colline tra le colline, sassi tra i sassi, le chiese di Ischia tradiscono una natura “ tettonica” anche quando, come avviene per Il Soccorso, sembrano un bianco uccello marino posato su uno scoglio. Invitandovi a visitarle abbiamo pensato di fornirvi una breve guida con itinerari divisi per comuni
Le onde architettoniche mai spinte del barocco napoletano, le onde di acqua di mare che un tempo le lambivano la schiena, le onde di luce che ne scolpiscono l’interno, l’onda verticale del suo campanile. Onde di pietra, ..
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