La Chiesa di San Domenico a Cartaromana

Arrivati nella zona di Cartaromana e superato il cimitero si incontra la chiesa di San Domenico, che servì in passato l'omonimo convento di Padri predicatori, fondato nel Trecento e soppresso nel 1653. Nata come chiesa rupestre nel 1469 ha funzionato per circa due secoli, fino a quando, in esecuzione di una Bolla di Innocenzo X del 1652, il convento fu chiuso perché abitato soltanto da tre frati

L'edificio attuale non è quello originario, completamente distrutto dal terremoto del 1557, bensì uno successivo ampiamente ingrandito negli anni Settanta dell'Ottocento. L'ultima ristrutturazione risale al 1984. L'opera più importante e più antica conservata è una Madonna del Rosario, recentemente restaurata.

Dal 1657 fu istituita la sede parrocchiale ed il primo a servirla fu don Domenico Chillà, un calabrese. Al periodo delle soppressioni degli ordini religiosi i beni dei Domenicani furono devoluti al Seminario d'Ischia, il quale, in seguito, ha dato ogni anno cinquanta ducati per la manutenzione dell'edificio al parroco che abitava nelle stanze del ex convento.

Dopo il Concordato del 1818 tra il re Borbone ed il Papa tale elargizione, raddoppiata, fu trasformata in congrua. In seguito anche il comune cominciò a dare un suo contributo. Durante l'epidemia di colera del 1836 la sede parrocchiale fu momentaneamente trasferita, perché gli edifici attigui alla chiesa vennero adibiti ad ospedale. Nel tempo al

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