Anton Dhorn ad Ischia: una vita tra scienza ed arte

Chi giungendo ad Ischia non viene colpito dalla villa colore pompeiano, metà nascosta dagli alberi, sulla collina di san Pietro? Con la sua atmosfera misteriosa, anche adesso che è diventata un laboratorio del Benthos, non smette di trasudare il sogno romantico di una vita tra studio, arte e natura. Si perché quando nei primi anni del 900 la villa venne abitata da Anton Dohrn e dalla sua allargata famiglia di amici e parenti, i giorni scorrevano felici tra concerti, balli e bagni in mare

«Una piccola costruzione vicino al mare, dove lo zoologo marino possa trovare strumenti e laboratori per il suo lavoro di ricerca. Un posto che offra allo studioso una ricca biblioteca e informazioni esaustive sulle specie presenti nella zona, in modo da non dover ripetere il lavoro già portato a termine da altri […] »

È il sogno di un giovane studioso prussiano discepolo e amico di Charles Darwin, Anton Dohrn, sogno che realizzerà a Napoli, con la costruzione di un centro ricerche ed a Ischia con una villa affacciata sul porto destinata in origine a ospitare gli amici ricercatori di passaggio sull’isola.
Chi giungendo ad Ischia non viene colpito dalla villa colore pompeiano, metà nascosta dagli alberi, sulla collina di san Pietro? Con la sua atmosfera misteriosa, anche adesso che è diventata un laboratorio del Benthos, non smette di trasudare il sogno romantico di una vita tra studio, arte e natura.
Si perché quando nei primi anni del 900 la villa venne abitata da Dohrn e dalla sua allargata famiglia di amici e parenti, i giorni scorrevano felici tra concerti, balli e bagni in mare.
Nel segno di quella passione tutta novecentesca e germanica per la natura incontaminata, nella forte volontà di studiare il mondo animale e vegetale, nell'amore per la musica, per i libri, per la pittura, in una parola nel desiderio di unire arte e scienza.

Dohrn doveva il suo esordio nel mondo scientifico ai lavori sulla selezione naturale, sui quali si basò per uno studio sugli artropodi che gli valse notevole prestigio e la stima di Darwin, tanto che i due studiosi continuarono a collaborare attraverso un fitto carteggio che da professionale divenne via via sempre più amichevole e cordiale.
Nessuna meraviglia dunque che, forte dei successi scientifici appena ottenuti, Dohrn decidesse di rivolgersi proprio a Charles Darwin quando si trattò di chiedere consiglio sul modo di procedere nella costruzione della Stazione Zoologica di Napoli.
Darwin non si fece pregare, anzi si adoperò per dare credibilità al progetto del collega presso la comunità scientifica internazionale, parlando di lui a altri scienziati dell’epoca perché lo aiutassero.

Anton Dohrn, amava immergersi con lo scafandro nelle acque del golfo di Napoli, per vedere di persona il mondo sottomarino ed i suoi abitanti, ed era un assiduo frequentatore anche del mare - e della terra - dell’isola d’Ischia fin dai primi anni del suo soggiorno partenopeo.
Vista la bellezza dei fondali ischitani, all’inizio del secolo scorso decise di costruirsi una casa sulla collina di San Pietro, un luogo pregno di storia dove pare sorgesse in epoca greca un’acropoli.

Il progetto dell’edificio fu tracciato dall’architetto Carl Sattler, assistente e genero di Adolf von Hildebrand, famoso scultore e architetto egli stesso e compagno di Dohrn fin dai primi anni dell’avventura napoletana.
I lavori di costruzione si svolsero tra il 1905 e il 1906.
Oltre che da casa di villeggiatura della famiglia, la Villa dell’Acquario (così divenne nota localmente) doveva fungere da ostello per amici e scienziati ospiti.

Negli anni ’60 del secolo scorso la Villa fu destinata a ospitare un nuovo reparto della Stazione Zoologica, con la missione di svolgere ricerche nel campo dell’ecologia marina.
Il “reparto di ecologia marina”, come era inizialmente denominato, si è trasformato negli anni in Laboratorio di Ecologia del Benthos, il cui oggetto di studio è il grande insieme di organismi che dal fondo del mare traggono risorse e spazio vitale.
Lo spettro delle ricerche condotte attualmente presso il Laboratorio è ampio e comprende anche quelle rivolte a temi fondamentali nella protezione dell’ambiente marino, quali il valore come indicatori ecologici degli organismi bentonici e l’introduzione di specie esotiche, accanto ad alcune delle più attuali tendenze della biologia marina, come lo studio della genomica.

Felix Anton Dohrn nacque a Stettino (odierna Szcezecin, Polonia) il 29 Dicembre 1840. Intraprese gli studi di medicina e zoologia nelle maggiori università europee, laureandosi nel 1865 a Breslavia. Successivamente si interessò agli studi darwiniani, occupandosi attivamente della loro diffusione. Nell’autunno 1868 si recò a Messina, allora ritenuta la “Mecca dei liberi docenti tedeschi”, per studiare la ricca fauna mediterranea utilizzando un acquario smontabile di sua invenzione.

Ma le numerose difficoltà (risultati scientifici troppo legati alle condizioni meteorologiche, scarsa disponibilità di pescatori e albergatori) indussero Dohrn a lasciare Messina, scegliendo Napoli come stazione di ricerca.
La sua idea era quella di finanziare gli studi scientifici anche attraverso un acquario aperto al pubblico, le cui entrate permettessero il pagamento di un assistente scientifico permanente.

Ma perché proprio Napoli? Innanzitutto per la grande ricchezza biologica del Mar Mediterraneo, unita alla possibilità di creare un istituto di rilevanza internazionale in una città essa stessa di importanza internazionale e di grandi dimensioni; Napoli era inoltre meta di più di 30.000 turisti l’anno, potenziali visitatori dell'acquario.

Dohrn ricevette gratuitamente dal Comune di Napoli un appezzamento di terra nell’elegante Villa Comunale, all’epoca Parco Reale, e nel 1872 vi costruì a sue spese il primo edificio della Stazione Zoologica, che allora dava direttamente sulla riva del mare, non ancora distanziato dalla colmata di Via Caracciolo.

Nel 1873 Hans von Marées decorò il salone al primo piano con un ciclo di affreschi raffiguranti scene agresti e marine che hanno per sfondo i paesaggi di Napoli e di Sorrento.

La nuova stazione dette un grande impulso allo sviluppo delle scienze biologiche anche ad istituzioni straniere che, più di quaranta, vennero rappresentate a Napoli.
L’importanza della famiglia Dohrn per Napoli non riguardò solo l’inserimento della città nel panorama scientifico mondiale grazie alla Stazione Zoologica. I Dohrn, infatti, costituivano un centro attorno a cui gravitavano i personaggi più illustri della società del tempo; essi rappresentavano un punto di riferimento sia per gli stranieri a Napoli, sia per gli stessi napoletani.


Nonostante l’opposizione dei genitori, nel 1874 Anton sposò l’allora appena sedicenne Marie de Baranowska, appartenente ad un'agiata famiglia emigrata dalla Russia a Messina.
Dalla loro unione nacquero quattro figli: Boguslaw (1875-1960), Wolfgang (1878-1914), Harald (1885-1945) e Reinhard (1880-1962).

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