Il babà rustico
Il babà rustico può essere portato in tavola intero e tagliato dai commensali in caso di pranzo più informale, va invece tagliato a fettine in deschi meno familiari, per i finger food ed i buffet...
Quanto sono particolari queste coltivazioni che partono a due metri dal mare ed arrivano ad altitudini di oltre ottocento metri. E quanto sono buoni i vini ischitani! Tutto questo lo scoprirete venendo in vacanza ad Ischia e iniziandovi ad un percorso sulle tracce di Dioniso, che comincia nelle cantine immense come labirinti e dalle terrazze coltivate al sole, dal sapore di miele delle uve settembrine, baciate dalle api, e giunge al gusto un po’ aspro dei vini novelli di novembre, all’aroma fruttato dei vini maturi di dicembre, fino all’indescrivibile profumo dei vini vecchi e pregiati conservati nelle madie in attesa di un evento importante.
Ma sarebbe necessario un anno intero per seguire i cicli della viticoltura isolana, allora per sintetizzare il tutto rechiamoci nelle più antiche aziende vinicole dell’isola per incontrare i vini ischitani.
Nel 1880, nelle profonde gole tufacee del Porto d'Ischia, antica officina di secolari botti, nasce la Alfonso Perrazzo & C., la più antica casa vinicola dell'isola. Nei primi del '900 l’intraprendenza del Cavaliere ufficiale Alfonzo Perrazzo, sindaco d'Ischia, fa si che si ottengano risultati rilevanti con il commercio all'ingrosso dei vini isolani sfusi -quartaruli, barili e carrati-, destinati al mercato nazionale ed europeo - Francia compresa!
I principali clienti dei vini della cantina di Don Alfonzo sono i veronesi e le aristocratiche aziende produttrici di spumante del Piemonte e del Veneto che, via mare, si riforniscono direttamente alla banchina dall'Azienda. Anche i toscani per carenza di vitigni a buccia bianca si rivolgono alla Perrazzo per produrre ì loro vini tranquilli. Atipici rispetto agli altri vini del sud, per la loro finezza ed eleganza i vini d'Ischia incontrano a mostre e concorsi i più alti consensi. E Don Alfonzo, come tutti gli uomini dì grande ambizione, non si accontenta. Con l'apporto entusiasta di figli e nipoti, inizia una distribuzione delle più famose tipologie Ischia, Capri, Epomeo, Falerno, nei ristoranti à la page dell'epoca.
Nel 1932: la “D. Perrazzo & C.”, prima sul territorio di Ischia, imbottiglia i vini Epomeo e Ischia; oggi è possibile ammirare negli angoli più reconditi della Cantina Perrazzo sulla riva destra le attrezzature e gli utensili dell'epoca. Ad ottant'anni dalla fondazione della Nobile Antica Casa Perrazzo, nuova energia ed entusiasmo la rivitalizzano: è l'apporto che i fratelli Bruno e Franco Savastano -discendenti da una famiglia di produttori di nobili vini vesuviani - famoso tra tutti il Lacryma Christi.
Affascinati dalla qualità dei vigneti di metà collina, posizionati su parracine dai caratteri vulcanici simili a quelli vesuviani, incrementano l'acquisto di uve, usufruendo, come da tradizione "do signurino e Perrazzo", dei 30 ettari di vigneto specializzato nei comuni di Panza, Serrara Fontana, Barano ed Ischia Porto.
Rammodernando i sistemi di vinificazione e gli impianti, creano una delle prime crio-vinificazioni con spremitura soffice e arricchiscono l'Azienda acquisendo dal Duca Camerini la storica Villa Bikini, affacciato sul Porto. Con i nuovi sistemi di stabilizzazione e il riconoscimento di disciplinare a DOC dei vini di Ischia, arrivano nuovi successi. L'Ischia bianco, l'Ischia bianco superiore, l'Ischia rosso, il Laeryma Christi secco e liquoroso, i Don Alfonzo (bianco, rosato, rosso), l'Epomeo (bianco e rosso, prodotto ininterrottamente dal 1932!), il Pizzavino (rosso) sono vini pensati per una produzione limitata, per privilegiare la qualità e la tipicizzazione piuttosto che la quantità.
In breve questi vini varcarono i confini dell'Italia per approdare in Francia, Inghilterra, Germania, Austria, Russia, Stati Uniti, Giappone. La consacrazione ufficiale della qualità della produzione Perrazzo è data dai numerosi premi vinti, tra cui il Bacco d'Oro, il Marchio Nazionale Alta Qualità, la Medaglia d'oro della CEE, il Calice d'argento della F.A.I.A.T. e la Medaglia d'oro a Pramaggiore. Bruno Savastano non rimane però solo a lungo i due giovani figli, Sigismondo Marco (enologo) e Christian (amministratore), decidono di continuare e, se possibile, migliorare l'attività paterna, apportando nuovi entusiasmi e giovanili aspettative. Si avvia così una nuova collaborazione con le famiglie viticoltivatrici locali: sono i Di Lustro, i Colella, i Trani, i Gaudioso, gli Scotti, i Di Meglio, tutti selezionati vignaioli in possesso dei requisiti per la produzione di vini a D.O.C.
Il babà rustico può essere portato in tavola intero e tagliato dai commensali in caso di pranzo più informale, va invece tagliato a fettine in deschi meno familiari, per i finger food ed i buffet...
Voi che sedete in tavola, accarezzati da un leggero vento di mare, e vi accingete a mangiare un profumatissimo piatto di vermicelli alla puttanesca, forse non sapete che questa ottima ricetta è nata proprio qui, sull’iso..
La terra ischitana è di una fertilità strabiliante, basta fare una passeggiata per le belle campagne di Ischia per notare in tutta la loro gloria ogni tipo di frutto ed ortaggio splendere al sole. Ma anche uno dei luoghi..
Il gateau di patate è uno dei piatti antichi della tradizione culinaria ischitana. Più confidenzialmente chiamato “gattò” è una di quelle pietanze che nascono dalla capacità di utilizzare ingredienti poveri, come la pat..
Ischia è uno dei pochi posti in Italia dove ancora si può assaggiare il vino cotto. Si tratta di una ricetta molto antica: il vino cotto è infatti presente tra gli alimenti della tavola pompeiana, che lo utilizzavano non..
Ci sono ingredienti della cucina ischitana che in un mondo di diete forse non vengono più tanto “frequentati”. Ma almeno una volta all’anno si può, anzi si deve mangiare grasso. Quando? Ma a Carnevale naturalmente. Ed al..