Il vino cotto, dolce sciroppo della tradizione rurale ischitana

Ischia è uno dei pochi posti in Italia dove ancora si può assaggiare il vino cotto. Si tratta di una ricetta molto antica: il vino cotto è infatti presente tra gli alimenti della tavola pompeiana, che lo utilizzavano non soltanto come bevanda dolce ma anche per preparare pietanze gustose come le polpette a base di carne di maiale e pan bagnato nel vino cotto misto a garum

Questo sciroppo d’uva veniva utilizzato anche nella fase di cottura di queste polpette che venivano fatte bollire immerse nel vino cotto insieme a foglie d'alloro.

Nella tradizione contadina il vino cotto è poi stato considerato anche un prodotto quasi terapeutico.

Le mamme, ad esempio, lo usavano per massaggiare la pelle dei neonati. Ma un bicchiere di 'cotto' andava bene per un po' tutti i malanni". Oggi anche viene utilizzato in campagna come rimedio contro l’influenza lo si beve caldo e aromatizzato con cannella, chiodi di garofano e scorza di limone.

Ad Ischia il vino cotto viene ancora preparato secondo l’antica tradizione, è un prodotto usato soprattutto in campagna, nelle zone dove si compie la vendemmia. Per realizzarlo si usa il mosto appena fatto.

Nelle antiche abitazioni rurali accanto al grande camino c’è sempre una grossa pentola di rame: qui le donne cuociono il mosto lentamente, mescolandolo con costanza ed attenzione. Quando è pronto lo imbottigliano.

Il vino cotto verrà utilizzato tutto l’anno, ma è soprattutto a Natale che compare sulle tavole ischitane oltre ad essere portato in dono, insieme alle arance, all’uva secca ed al vino ad amici e parenti.

Una delle ricette ischitane squisitamente natalizie è il baccalà nel vino cotto.

Se venite ad Ischia in vacanza potrete gustare questa rara bontà nei ristoranti più attenti a conservare la tradizione eno-gastronomica isolana, che utilizzano il vino cotto nella preparazione di primi e secondi piatti e dolci – come gli ottimi “pinzocheri” fritti con salsa di castagne, cioccolato e vino cotto.

Leggi anche:

  • I vini profumati delle colline ischitane

    “Chi beve da questa Coppa, subito sarà preso dal desiderio di Afrodite dalla bella corona “ e cosa ci poteva mai essere in quella Coppa di Nestore da scatenare nell’uomo un tale desiderio d’amore, uno slancio totale di v..

  • La sagra del baccalà. Aspettando la vigilia di Natale...

    Uno dei piatti principe della tavola natalizia ischitana e napoletana è sicuramente il baccalà. Pietanza antichissima importata in Campania dalla Norvegia, il merluzzo che diventa “stoccafisso” e “baccalà” non può mancar..

  • La frittata di verdure di Re Ferdinando di Borbone

    Anche se sembra strano un’umile frittata può portare il nome di un re: succede per la frittata del Re Lazzarone, una specialità partenopea intitolata a re Ferdinando I di Borbone, quel re che trascorreva buona parte dell..

  • Le prelibatezze del mare di Ischia: i “cicinielli”

    Se ad Ischia ti dicono “sei un ciciniello” significa che non sei sicuramente una montagna di carne! Perché il ciciniello è la parola dialettale per significare il novellame del pesce azzurro del Mar Mediterraneo - sardin..

  • Il babà rustico

    Il babà rustico può essere portato in tavola intero e tagliato dai commensali in caso di pranzo più informale, va invece tagliato a fettine in deschi meno familiari, per i finger food ed i buffet...