Il faro di Punta Imperatore. Romantica solitudine di un’antica lanterna

Nidi di falchi, scurissimi cespugli aggrappati allo strapiombo, orchidee selvatiche, corbezzoli lungo la strada di pietra di Punta Imperatore ed una antica e potente laterna, il faro. Romantico e solitario, il faro di Punta Imperatore ha tante storie da raccontare. Luce amica per chi andava solo per mare, ancora, fine di un dramma. Ma anche inizio di un dramma che segnò una famiglia foriana e che mostrò per intero la caparbia di una donna, Lucia, la guardiana del faro di Punta Imperatore

Una visita al faro più grande dell’isola per fare il pieno di panorami sublimi, di una straordinaria vegetazione cresciuta a picco sul mare, infischiandosene del perpendicolo, di angoli mozzafiato su Panza e sulla baia di Citara. 

Ma anche di suggestioni romantiche: la bianca costruzione del faro, inaccessibile al di là di un cancello, dove in passato vivevano i guardiani, anzi il guardiano del faro, nell’isolamento più assoluto interrotto soltanto dalle grida degli uccelli marini, ed in inverno dal mare in tempesta. Il mare aperto di Forio che si ingrossa facilmente sotto i colpi dello scirocco può essere una visione che fa riflettere sulla potenza della natura, ma può anche essere morte e pericolo, soprattutto quando andare per mare era rischio e solitudine. Così la luce abbagliante e continua della lanterna veniva in aiuto quando la rotta era smarrita.

Il faro di Punta Imperatore ha anche una piccola tragedia da raccontare. Alla fine degli anni 30, qui muore fulminato il guardiano.

Sono anni difficili, sull’isola molto più selvaggia di adesso, la tecnologia è inesistente. La morte del guardiano del faro giunge all’orecchio della moglie solo la mattina dopo. Lucì, Lucia Capuano, ha trenta anni e sette figli. Corre al faro a piangere il corpo morto del suo Francesco, “Francesco a’ lanterna”.

Lucì è sola, povera, vedova e sono gli anni della guerra.

Ma Lucì non si perde d’animo e chiede alle autorità di prendere l’incarico del marito. In un’epoca dove le pari opportunità erano sconosciute una donna, Lucia Capuano, diventa guardiana del faro. Questa bella e triste storia è diventata uno spettacolo teatrale ideato ed interpretato dall’attrice, Luciana de Falco, nipote di Lucì, che si è svolto proprio qui, al faro nell’estate 2008 e che sarà portato in tour in altri importanti fari di Italia.

Per raggiungere il faro di Punta Imperatore, si parte dall’abitato di Panza; si percorre località Campotese e poi si imbocca una stradina carrozzabile in salita. Dopo mezz’ora di cammino si arriva al faro.

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