Antipasto o contorno non so, c’è di certo che fanno lacrimare dalla bontà. Profumate e fragranti, con un cuore morbido e seducente le pizzelle di fiori di zucca fanno la loro comparsa in cucina in primavera, quando sulle zucchine nell’orto spunta il caratteristico fiore arancio. È una ricetta molto antica e sicuramente povera, risale a quando i prodotti della campagna erano una delle poche risorse abbondanti dell’Italia del sud, e di questi frutti non si buttava proprio nulla
A Ischia le chiamano pizzelle di sciurilli , termine dialettale che significa piccoli fiori.
Come spesso accade il nome nella lingua locale è molto più significativo di quello standard, allusivo e capace di evocare nel suono il sapore delicato e stuzzicante di questa pietanza.
Nell’800 a Napoli le pizzette di pasta cresciuta venivano vendute and ogni angolo, in ogni vicolo, caldissime e fritte sul momento. Erano tempi ancora più magri ed erano pizzette di sola pasta. Ma nelle case ischitane c’era abbondanza di prodotti dell’orto e del mare e così queste pizzette di pasta cresciuta si arricchivano di ingredienti che le rendevano ancora più appetitose.
Dalla fantasia delle cuoche nasceva un ripieno di fiori di zucca, ma anche alici, ricotta, mozzarella, cicinielli, persino le alghe.
Nelle calde giornate di primavera ad Ischia la domenica si faceva festa e si pranzava in tanti, la tavola era apparecchiata nell’erba, sotto un castagno, tra i papaveri e i voli dei bombi, o in estate all’ombra di una bella pergola di vite, tra i pampini di uva, i pomodorini a piennolo, il profumo della campagna.
Su questi deschi ma anche su quelli improvvisati sulle tavole di legno dei gozzi, nella calma piatta di una gita in barca domenicale in una caletta pescosa, tra il vino ghiacciato con le pesche, il pane e pomodoro, la tortiera con la parmigiana di melanzane, ecco onnipresente la pizzella di pasta cresciuta con i fiori di zucca, un inno all’estate.
Anche voi che venite ad Ischia in vacanza non private il vostro palato di quella che gli amatori definiscono un’esperienza mistica.
A cena scegliete un ristorante tipico, oppure di giorno col taxi-boat raggiungete una delle tante calette isolane dove antichi ristoranti servono sotto soffitti di “pagliarelle” e reti le migliori pizzelle fritte che abbiate mai potuto assaggiare.
Tra un tuffo in mare e un tuffo nel gusto una giornata ischitana verace.
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