La vetta dell’Epomeo dall’antica mulattiera
In cima all’Epomeo, una antica chiesa e un eremo su una montagna di mistica bellezza..
Si parte dal cuore di Panza, la piazzetta san Leonardo; si costeggia il bar e si scende lungo la via che porta ad un piccolo parcheggio; da qui partono due strade, voi prenderete quella che scende a sinistra. La via è asfaltata dunque potete anche percorrerla in auto o scooter. Dopo un po’ di metri cominceranno le frecce che indicano le località Cava pelara e Monte di Panza. Ad un certo punto i segnali indicano una strada sterrata sulla destra.
Da qui parte il sentiero pedonale che costeggia case e terreni coltivati, dopo qualche minuto giungerete ad una indicazione "Baia della Pelara", si tratta di deviare a destra abbandonando il cammino principale e imboccare un ripido sentiero in discesa reso sicuro da un corrimano di corda.
Qualche metro più giù la stradina diventa nuovamente piana e comincia un percorso misto tra campagna e bosco dove, per gran parte dell’anno, potrete cogliere immagini bucoliche indimenticabili: ciliegi e mandorli in fiore, gli ordinati filari di viti, alberi di noci...E potrete godere anche di diverse spigolature silvane: in una zona ombreggiata da alberi tenere piantine del sottobosco, ciclamini e violette si contendono il dominio del suolo con edere striscianti e ciuffi di felci.
Perchè fin qui niente di nuovo per l’isola di Ischia. Adesso la macchia boschiva finisce, il sole comincia a giocare su lentischi ed eriche. Tutto si fa più asciutto, e la terra umida e nera lascia il posto al materiale argilloso, leggero, chiarissimo di un piccolo sentiero scavato nella tenera pietra tufacea, dove mille pietre pomici vengono giù ad una semplice carezza.
Sarà qui che si spalancherà la scena e la meraviglia: una baia chiusa a destra da pareti altissime di roccia e a sinistra dalla collina più dolce del Monte di Panza. Intanto il sentiero inesorabilmente vi aprirà lo sguardo, ad ogni passo, su diversi punti di vista. Il manto verde dell’erba, puntellato di fiori spontanei e ginestre, si arrampica finchè può sulla parete verticale poi capitola e quindi sono solo rocce diversamente colorate. Cromature calde dal rosso, all’ocra, al giallo zafferano. Cromature fredde, il grigio in tutte le sue tonalità. Queste rocce, queste piante, questa architettura della terra la si direbbe uno di quegli sfoggi incontenibili della natura quando esagera con gli effetti speciali.
Voltandovi ammirate ora dal basso quel percorso che avete compiuto da una diversa prospettiva; e soprattutto non mancate di ringraziare mentalmente i volontari della Pro Loco di Panza che lo hanno reso possibile, strappando - con grande rispetto ecologico - un po’ di accessibilità a questo luogo, una volta visitabile solo dai funamboli nati!
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